Outriders – Recensione

Sviluppatore: People Can Fly, Square Enix External Studios Publisher: Square Enix Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Sparatutto Giocatori: 1 (Online: 2-3) PEGI: 18 Prezzo: 69,99 €

Finalmente aprile, finalmente spazio ai videogiochi con uno dei mesi più caldi del 2021 in termini di uscite. Ad aprire le danze ci pensa Outriders, uno sparatutto GdR realizzato da People Can Fly e Square Enix External Studios, che punta tutto sulla cooperazione da uno a tre giocatori appoggiandosi a un ormai inflazionato setting fantascientifico. Outriders è un’altra di quelle produzioni in grado di sollevare quel dibattito acceso fra i videogiocatori circa l’importanza di innovare nel mondo dei videogiochi. Non è detto che un bel gioco debba essere per forza innovativo, sia chiaro, ma nella produzione di People Can Fly l’assenza di freschezza è soltanto uno dei tanti difetti. Scoprirete perché nel resto della nostra recensione.

outriders

Pianeta Terra? Che cos’è?

A produrre un videogioco a tema fantascientifico, al giorno d’oggi, si corre il rischio di sfociare in qualcosa di già visto altre mille volte o di essere accostati a quella o a quell’altra famosa opera letteraria, cinematografica o videoludica di culto. Sensazioni che in Outriders convergono e si ritrovano tutte. Nel 2048, con il pianeta Terra diventato inospitale per colpa di una intensa attività sismica, l’unica speranza per la razza umana risiede nei due progetti Caravel e S.M. Flores, creati per fondare una colonia su altri pianeti e sottrarre l’umanità dall’estinzione. Dopo un viaggio lungo circa ottant’anni, una delle due navi riesce a raggiungere il pianeta Enoch, l’ultimissima possibilità per i pochi esseri umani rimasti a bordo della S.M. Flores.

Gli Outrider, agenti di un corpo militare speciale, hanno il compito di atterrare per primi su Enoch e verificarne l’effettiva compatibilità con la vita umana prima di far correre rischi inutili agli ultimi sopravvissuti ancora in orbita. Ovviamente, il pianeta Enoch, apparentemente molto simile alla Terra, nasconde l’Anomalia, una forza che sfugge alle leggi della fisica conosciute e distrugge tutto quello che trova, essendo anche in grado di infliggere terribili mutazioni agli esseri umani che ci entrano in contatto. Ancora una volta le diverse vedute fra i membri al vertice dell’operazione prendono il sopravvento, gettando l’umanità in una nuova sfida alla sopravvivenza sull’inospitale pianeta Enoch a caccia di un modo per sfuggire ai danni dell’Anomalia e, nel frattempo, di sopravvivere alla scarsità di risorse.

Outriders

Facciamolo sci-fi, con quel tocco di ignoranza

Come da premessa, Outriders non riesce a evitare di cadere in un miscuglio di elementi tratti da opere sci-fi di successo, ma ha almeno il merito di non lasciarsi sfuggire totalmente la narrazione dopo poche ore di gioco. La trama, che soffre di alti e bassi per buona parte della campagna, riesce a risollevarsi grazie a un paio di colpi di scena, prevedibili ma efficaci. La storia, inoltre, è supportata da oltre trecento diari, per la maggior parte molto interessanti, che spiegano gli ultimi momenti di vita del pianeta Terra e quello che è successo su Enoch nel corso degli anni, oltre ad approfondire la storia dei personaggi secondari.

Pur essendo presentato come uno sparatutto fortemente incentrato sulla trama, il modo in cui People Can Fly ha scelto di raccontare gli eventi non valorizza del tutto la narrazione. Il team di sviluppo ha optato per un racconto in stile film d’azione americano, in cui il nostro personaggio è il classico eroe spaccatutto che riesce laddove gli altri falliscono. La scrittura dei dialoghi non è particolarmente degna di nota, mentre recitazione e regia nelle scene d’intermezzo puntano alla leggerezza più che al coinvolgimento totale del videogiocatore, mancando di quegli spunti cinematografici che oggi sono praticamente la base anche in videogiochi di questo tipo. D’altronde stiamo pur sempre parlando di un looter shooter, un genere che, a parte poche eccezioni, non ha mai eccelso nel comparto narrativo. La trama di Outriders ci è sembrata comunque meno farraginosa di quella di alcuni suoi simili (entrambi i Tom Clancy’s The Division ne sono un esempio) in cui invece è molto più facile perdere il filo conduttore degli eventi. Non è da sottovalutare la possibilità di approfondire i dialoghi con tutti i personaggi che incontreremo durante l’avventura, pur essendo pochi i comprimari degni di nota.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
E' legato ai videogiochi da quando per la prima volta mette le mani su Monkey Island, da allora comincia ad interessarsi sempre più a titoli di ogni genere e ogni piattaforma. Il suo genere preferito sono indubbiamente le avventure grafiche. Ha una discreta passione per il cinema trash ma niente di serio.